La Bioetica nella Medicina Riabilitativa: Un Viaggio tra Cura e Consapevolezza

La Bioetica nella Medicina Riabilitativa: Un Viaggio tra Cura e Consapevolezza

Ottobre 27, 2024 Congressi 0

La medicina riabilitativa contemporanea si trova ad affrontare sfide bioetiche sempre più complesse, che trascendono la mera applicazione di protocolli clinici standardizzati. Questo articolo esplora le dimensioni bioetiche fondamentali della pratica riabilitativa, analizzando come i principi etici classici si intersechino con le peculiarità della medicina riabilitativa, dalla presa in carico iniziale alla gestione del fine vita. Particolare attenzione viene dedicata ai processi di engagement del paziente e alla gestione delle cure palliative in contesto riabilitativo, con un’analisi critica delle implicazioni pratiche e teoriche per i professionisti del settore.

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La medicina riabilitativa si distingue nel panorama delle specialità mediche per la sua intrinseca complessità bioetica. Mentre altre branche della medicina possono spesso concentrarsi su interventi puntuali e outcome immediati, la riabilitazione si confronta costantemente con percorsi terapeutici longitudinali, dove le dimensioni cliniche, psicologiche e sociali si intrecciano inestricabilmente.

Il modello proposto da Sackett nel 1996, che integra evidenze scientifiche, esperienza clinica e valori del paziente, assume in riabilitazione una valenza particolare. L’efficacia dell’intervento riabilitativo, infatti, non può prescindere dalla costruzione di un’alleanza terapeutica solida, dove il rispetto dell’autonomia del paziente si coniuga con la necessità di guidarlo verso obiettivi realistici e raggiungibili.

Per questo motivo Sackett prevede tre pilastri nell’applicazione pratica della medicina basata sull’evidenze.il primo pilastro è ovviamente quello delle evidenze disponibili che derivano in gran parte dalle attività di ricerca e che sono comunque il faro principale degli interventi.ma questo non è sufficiente perché c’è tutta la parte dell’esperienza clinica che diventa un secondo pilastro importante e che si coniuga molto bene con l’evidenze, soprattutto quando il livello di evidenza non è molto alto, come spesso succede e Riabilitazione. Il terzo e ultimo pilastro non ha per questo quello importante rappresentato dai valori e le aspettative del paziente. Infatti questa prospettiva è cruciale anche da un punto di vista etico, non rappresenta un’optional limitato al buon cuore del professionista ma un elemento cruciale nel processo di cura, un elemento che non può essere trascurata.

Questo articolo è ispirato alla relazione su etica e riabilitazione che ho tenuto al Congresso SIMFER di Patova ottobre 2024

 

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